Il mese di aprile avanza e con esso la primavera sta risalendo i versanti della montagna. La neve è scomparsa dal bosco e una matricina di faggio tagliato ha buttato numerosi ramuli: al loro apice dentro ogni piccola gemma appuntita si preparano le foglie. Ma tutto è ancora spoglio.

Sulla cresta, oltre i 1300 metri, la copertura nevosa è ancora molto estesa, ma con l'aria meno fredda ha inesorabilmente iniziato a sciogliersi, liberando alcune delle zone a quote più basse.

Su queste talvolta si ergono spettrali gli scheletri dei cirsium della scorsa estate

o qualche residua bacca rossa sui rami completamente spogli dei cespugli di rosa canina.

Ma al limite del bosco i pochi noccioli lasciano già pendere i loro amenti e

vicino ai faggi si riescono a scorgere, anche se a fatica, un paio di scille

e qualche anemone hepatica.

Sono invece i crochi a popolare le chiazze di prato libere dalla neve, ma ancora bagnate dlle acque di scioglimento

quasi fossero impronte lasciate dalla primavera nel suo incedere a ricacciare l'inverno sempre più in alto.
Nessun commento:
Posta un commento